Abbiamo iniziato l’anno con un giretto al Pronto Soccorso: nulla di grave, mia madre è caduta ed abbiamo preferito far dare un’occhiata al medico. Perché lo racconto? Immagino che a buona parte di voi, della mia vita personale interessi (per vostra fortuna) molto poco, ma è il risvolto legato alla conoscenza del tedesco e più in generale ad ogni forma di conoscenza (gli amici filosofi, direbbero gnoseologia), che mi interessa condividere. Arrivata all’ospedale cercavo le indicazioni per il “Notaufnahme” o “Erste Hilfe”, ossia quello che io ho sempre saputo essere la traduzione di Pronto Soccorso, ma non trovandole mi sono rivolta al centro informazioni dell’ospedale, scoprendo che mi sarei dovuta recare presso un luogo denominato Ambulanz; il termine non era per me nuovo, ma avevo sempre ritenuto fosse un sinonimo di Krankenwagen (autoambulanza), invece viene usato per indicare il nostro “ambulatorio”, che io avevo sempre tradotto con Praxis. A questo proposito, intuisco che Praxis sia da usare nell’accezione di studio medico, mentre Ambulanz in quello di infermeria. Due sono le considerazioni che faccio rispetto a questa esperienza; anzitutto aver imparato qualcosa di nuovo il primo giorno dell’anno è sicuramente di buon auspicio per questo 2018, in cui davvero mi auguro di migliorarmi nella mia professione, e nella capacità di continuare a saper cogliere occasioni educative anche al di fuori degli formali ambienti di apprendimento. La seconda considerazione è legata alla percezione del proprio limite: mi è chiaro (da sempre) che non sei mai arrivato, ossia che per quanto tu possa essere “esperto” nella tua materia, al punto perfino da insegnarla, un dettaglio può esserti sfuggito, magari anche banale come quello di ieri per me. Il processo di crescita (intellettuale, pratico, psicologico e forse anche fisiologico) è legato alla consapevolezza di un limite; l’autocoscienza di uno spazio di miglioramento, ti consente di sperare di poter andare oltre il tuo limite, che tuttavia mai puoi sperare di superare pienamente, perché ce ne sarà sempre uno nuovo (e del resto togliete questo orizzonte “escatologico”, e vien giù tutto!) Niemand ist vollkommen: Glück heißt, seine Grenzen kennen und sie lieben. (Romain Rolland) Questa autocoscienza è tanto più importante se fai l’insegnante perché ti consente di stare davanti ai tuoi ragazzi con più libertà; loro stessi, impegnati in un percorso di apprendimento non sempre semplice, troveranno il confronto ed il conforto di un adulto che si è riconciliato con il proprio limite, e probabilmente questo consentirà anche a loro di non sentirsi più schiacciati dal loro limite, ma di comprenderlo come ciò che, se adeguatamente gestito, ti rilancia. E questo, credetemi, ai fini dell’apprendimento, fa davvero la differenza. Guten Rutsch (ins neue Jahr)! Buon anno
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Aprile 2021
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